Eufemismi pericolosi

Eufemismi pericolosi

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Parlar chiaro vs nascondersi dietro le parole.


Spesso la differenza fra parlare chiaro e nascondere (nascondersi dietro) le parole passa attraverso gli eufemismi.

In alcuni paesi, gli Stati Uniti per primi, la tendenza a usare eufemismi o circonlocuzioni è un'abitudine radicata, figlia di una mentalità con la lancetta perennemente inclinata verso il “politicamente corretto”.

È un modo di parlare che mi risulta faticosissimo, estenuante.

Qualche giorno fa guardavo un programma televisivo dedicato all’organizzazione degli spazi, "The Home Edit".

Lì “buttar via le cose vecchie” diventa “archiviare”. “I vestiti vecchi in cui non ci stai più” diventano “Aspirational clothes” (mi rifiuto persino di tradurla quest”espressione, talmente è idiota).

Altro esempio: di recente, un cliente di Qabiria ci ha liquidato dicendo che “transition the job to other resources”, “trasferiranno” il lavoro. Non hanno avuto il coraggio di dire che hanno semplicemente trovato qualcuno di più economico.

È lo stesso percorso mentale che trasforma il “riscaldamento globale” in “cambiamento climatico”, passando la responsabilità da chi riscalda a un non meglio specificato evento ciclico.

O per cui la "crisi" diventa "momento di difficoltà".

O, venendo ai tristissimi momenti dell'attualità, "guerra" in "intervento" o "operazione".

È un gioco a cui non voglio giocare.

La lingua va usata in modo etico. Come dice Gianrico Carofiglio,

...l’oscurità della lingua in generale e della scrittura in particolare è profondamente, sostanzialmente antidemocratica.

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