Operazioni a cranio aperto

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Letture consigliate per bambine di 12 anni

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Letture consigliate per «aprire la mente» di una preadolescente.

Nel tentativo di dare una formazione adeguata a mia figlia di 12 anni mi sono messo a cercare qualche elenco di libri classici adatti a ragazzi della sua età.

Naturalmente internet è pieno di siti che danno spunti di lettura, a volte anche con motivazioni pedagogiche o pseudotali, cosicché, dopo averne spulciati un po’, stremato, sono andato per intuito e ho sottoposto a Sara l’elenco seguente:

  • Louisa May Alcott, Piccole donne
  • James Matthew Barrie, Peter Pan
  • Harper Lee, Il buio oltre la siepe
  • L.M. Montgomery, Anna dai capelli rossi
  • Mark Twain, Le avventure di Huckleberry Finn
  • Frank L. Baum, Il Mago di Oz
  • Roald Dahl, La fabbrica di cioccolato
  • Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie
  • Jack London, Il richiamo della foresta
  • Bram Stoker, Dracula
  • Charles Dickens, Oliver Twist
  • C.S. Lewis, Il leone, la strega e l’armadio
  • Collodi, Le avventure di Pinocchio
  • Jules Verne, Viaggio al centro della Terra
  • H. Frances Burnett, Il giardino segreto
  • Astrid Lindgren, Pippi Calzelunghe
  • Rudyard Kipling, Il libro della giungla

L’elenco tiene conto di alcune preferenze personali, non ha alcuna pretesa di completezza, non è politicamente corretto, è quello che è: una quindicina di libri classici che dovrebbero essere adeguati per una ragazzina preadolescente e che dovrebbero quanto meno incuriosirla.

Per un italiano è difficile parlare di classici senza citare Italo Calvino e il suo notissimo articolo «Perché leggere i classici», che effettivamente contiene alcune perle di saggezza che vale la pena riportare anche qui:

Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.

I classici hanno una forza che non si esaurisce nel tempo è uno dei motivi per cui oltrepassano le mode e i gusti del tempo. Restano dentro. Altrimenti non sarebbero diventati «classici», ça va sans dire.

I classici sono quei libri che ci arrivano portando su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (o più semplicemente nel linguaggio o nel costume).

La «traccia che hanno lasciato» è uno dei (tanti) motivi per cui bisognerebbe leggerli.

Passando dalla letteratura al cinema, spesso mi è capitato di ascoltare commenti entusiastici riferiti a un certo film da parte di spettatori che ignoravano il retroterra su cui si basava quel particolare titolo, ovvero altri film «vecchi» di decine d’anni e ignorati dal pubblico più recente.

Ecco, conoscere i classici e la storia del cinema o della letteratura serve anche a questo, a recepire nel modo giusto le nuove opere, a non stupirsi di fronte a intrecci o temi che riprendono o rielaborano quelli trattati molto prima dagli autori, appunto, classici.

Purtroppo non sempre la scuola attrezza in questo senso. Come dice ancora Calvino,

La scuola e l’università dovrebbero servire a far capire che nessun libro che parla d’un libro dice di più del libro in questione; invece fanno di tutto per far credere il contrario.

Proprio così. S’inculca ai giovani che serva tutto un apparato critico per potersi godere un’opera, quando invece è sufficiente accostarsi serenamente all’opera stessa, che poi colpirà dove deve colpire, in base alla sensibilità e al bagaglio di conoscenze del lettore.

Vedremo se questo esperimento di «estensione degli orizzonti», qual è quasi sempre la lettura, soprattutto in tenera età, sortirà gli effetti sperati.

Se qualcuno ha consigli e suggerimenti in merito, la sezione Commenti è lì apposta. Grazie in anticipo.

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