Letture consigliate per «aprire la mente» di una preadolescente.
Nel tentativo di dare una formazione adeguata a mia figlia di 12 anni mi sono messo a cercare qualche elenco di libri classici adatti a ragazzi della sua età.
Naturalmente internet è pieno di siti che danno spunti di lettura, a volte anche con motivazioni pedagogiche o pseudotali, cosicché, dopo averne spulciati un po’, stremato, sono andato per intuito e ho sottoposto a Sara l’elenco seguente:
L’elenco tiene conto di alcune preferenze personali, non ha alcuna pretesa di completezza, non è politicamente corretto, è quello che è: una quindicina di libri classici che dovrebbero essere adeguati per una ragazzina preadolescente e che dovrebbero quanto meno incuriosirla.
Per un italiano è difficile parlare di classici senza citare Italo Calvino e il suo notissimo articolo «Perché leggere i classici», che effettivamente contiene alcune perle di saggezza che vale la pena riportare anche qui:
Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
I classici hanno una forza che non si esaurisce nel tempo è uno dei motivi per cui oltrepassano le mode e i gusti del tempo. Restano dentro. Altrimenti non sarebbero diventati «classici», ça va sans dire.
I classici sono quei libri che ci arrivano portando su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (o più semplicemente nel linguaggio o nel costume).
La «traccia che hanno lasciato» è uno dei (tanti) motivi per cui bisognerebbe leggerli.
Passando dalla letteratura al cinema, spesso mi è capitato di ascoltare commenti entusiastici riferiti a un certo film da parte di spettatori che ignoravano il retroterra su cui si basava quel particolare titolo, ovvero altri film «vecchi» di decine d’anni e ignorati dal pubblico più recente.
Ecco, conoscere i classici e la storia del cinema o della letteratura serve anche a questo, a recepire nel modo giusto le nuove opere, a non stupirsi di fronte a intrecci o temi che riprendono o rielaborano quelli trattati molto prima dagli autori, appunto, classici.
Purtroppo non sempre la scuola attrezza in questo senso. Come dice ancora Calvino,
La scuola e l’università dovrebbero servire a far capire che nessun libro che parla d’un libro dice di più del libro in questione; invece fanno di tutto per far credere il contrario.
Proprio così. S’inculca ai giovani che serva tutto un apparato critico per potersi godere un’opera, quando invece è sufficiente accostarsi serenamente all’opera stessa, che poi colpirà dove deve colpire, in base alla sensibilità e al bagaglio di conoscenze del lettore.
Vedremo se questo esperimento di «estensione degli orizzonti», qual è quasi sempre la lettura, soprattutto in tenera età, sortirà gli effetti sperati.
Se qualcuno ha consigli e suggerimenti in merito, la sezione Commenti è lì apposta. Grazie in anticipo.