3 cartoni animati della mia infanzia

3 cartoni animati della mia infanzia

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L’animazione italiana ci ha regalato tantissime perle. Che cosa resta di quell’eredità?

Mi piacciono i cartoni animati. Per essere più precisi, mi affascina l’animazione, soprattutto quella artigianale, e moltissimo quella «a passo uno», cioè realizzata fotogramma per fotogramma, à la Ray Harryhausen, per capirci.

La Linea: tutti gli episodi su YouTube

Da piccolo, a cavallo fra gli anni settanta e ottanta, c’erano dei cartoni che mi piacevano moltissimo: La Linea di Osvaldo Cavandoli, che guarda caso è nativo di Toscolano-Maderno, in provincia di Brescia, quindi delle mie parti, benché milanese d’adozione.

La Linea

Chi è almeno sulla quarantina oggi dovrebbe ricordarsi bene questi episodi. L’irascibile e divertente personaggio era il protagonista degli spot delle pentole Lagostina e passava in televisione molto spesso.

Qualche anno fa ho scoperto con enorme piacere che quasi tutti gli episodi animati (oltre 200) sono raccolti sul canale YouTube «LaLineaCavandoli», all’interno del quale si trova anche un interessante documentario sull’autore:

Per chi non se lo ricordasse, La Linea presenta le avventure di un omino piuttosto scorbutico che percorre una linea infinita bianca, di cui è parte integrante. Parla in una lingua incomprensibile, con un vago accento milanese, e spesso si rivolge direttamente all’autore/disegnatore (in alcuni episodi si riesce a distinguere anche il nome «Cavandoli»). Secondo alcuni critici, proprio questo tratto, oltre all’universalità delle situazioni raffigurate, ne ha decretato il successo sia in Italia che all'estero.

Oltre alle pentole infatti è stato testimonial di molti altri prodotti e servizi, dalla raccolta differenziata svedese ai telefoni cellulari polacchi...

Studio Misseri

Un altro notevole esempio dell’eccellenza italiana nel campo dell’animazione è rappresentato da Francesco Misseri e dallo studio che porta il suo nome. Questo nome probabilmente dirà qualcosa soltanto a chi s’interessa di animazione. Tuttavia, se aggiungo che è l’autore di Mio Mao, allora sono sicuro che in molti ricorderanno quei due 🐈😸 gattini, uno rosso e uno bianco, fatti di plastilina, che giocherellavano sullo schermo sulle note di un motivetto indimenticabile.

Anche in questo caso la Rete accompagna perfettamente l’operazione «nostalgia»: c’è un intero canale di YouTube dedicato a questo cartone animato, il Mio Mao Official Channel.

Francesco Misseri è uno dei tanti professionisti italiani che tenevano alto l’onore patrio 🏅 😄 in questa professione fatta di meticolosità, creatività e pazienza.

È stato regista, sceneggiatore e produttore di molti spot trasmessi negli anni sessanta e settanta all'interno dello storico contenitore Carosello.

Sue (e dei suoi collaboratori) sono alcune serie d’animazione trasmesse in TV. Le più note, e quelle che ricordavo anch'io, sono appunto Mio Mao, creato con la plastilina e Quaqquao, un papero in un universo di carta.

Più recenti, A.E.I.O.U., a base di sabbia e The Red and The Blue, ancora con la plastilina.

Leggendo in Rete ho scoperto che pochi anni fa hanno creato, in collaborazione con Sony Creative Products, Rai Fiction e 2DF Enterprises, una serie ispirata a Mofy, un personaggio dell’illustratrice giapponese Aki Kondo, creatrice anche dell'orsetto kawaii Rilakkuma.

Anche in questo caso lo Studio Misseri ha avuto un guizzo di genio: per trasmettere la leggerezza del coniglietto Mofy ha usato batuffoli di cotone per l’ambientazione.

Tofffsy

L'ultimo esempio di successo internazionale dell'animazione italiana "vintage" è Tofffsy (sì, con tre «f»), protagonista della serie omonima creata da Pierluigi de Mas e altri collaboratori, che nel 1974 vinse il 1º premio nella categoria Serie per bambini alla seconda edizione del festival di animazione Animafest di Zagabria, il secondo festival più vecchio del mondo dedicato esclusivamente all'animazione.

Solo chi è veramente buono potrà suonare l'erba musicale!

Tofffsy è un bambino che vive in un castello in un'epoca imprecisata. Ha due ciuffi biondi che si arricciano in modo caratteristico, ad esempio quando suona una magica erba musicale. Il cartone ha un intento morale un po' stucchevole, rivisto oggi, ma il fascino di quei disegni ha lasciato un segno nella mia memoria.

Tofffsy

Anche in questo caso si possono vedere gli episodi su YouTube.

Altre informazioni su Tofffsy si trovano invece sul sito Cartoni Online.

Pierluigi de Mas è noto anche per aver animato Cocco Bill, il cow-boy dell'assurdo creato da Jacovitti.

Che cosa resta oggi di quell’ondata di successi?

Naturalmente l’animazione italiana è molto più di questi 3 esempi. Però mi sembravano emblematici e rappresentativi di un’epoca in cui il lavoro dell’animatore era portato avanti con una dedizione e un metodo difficili da concepire oggi.

Tuttavia, forse non è un caso se dopo tanti anni altri italiani hanno riscosso successi ancor più vasti (e sicuramente più remunerativi) di quelli qui citati. Mi viene in mente, uno fra tutti, l’esempio di Winx Club, le fatine trendy create da Iginio Straffi, che da serie animata si sono trasformate in un marchio che abbraccia riviste, giocattoli, un parco a tema e tutto il merchandising possibile immaginabile.

E non è l’unica, anche se in piena globalizzazione a volte è difficile assegnare la nazionalità a produzioni quasi sempre internazionali che coinvolgono professionisti di più continenti.


Nell’eseguire ricerche per questo blog post, ho scoperto anche che (il grassetto è mio):

Il film “Cabiria” di Giovanni Pastrone (1914) è considerato non a torto la più ambiziosa realizzazione dell’epoca d’oro del nostro primo cinema, un periodo ancora pionieristico in cui il cinema italiano sembrava aver raggiunto un livello produttivo e qualitativo che non avrebbe più dovuto abbandonare. Fu la guerra mondiale a spazzar via molte illusioni anche nell’industria delle immagini in movimento e bisognerà aspettare la fine degli anni Trenta per veder rinascere la nostra industria cinematografica. Tra i molti meriti, “Cabiria” ha anche quello di contenere la prima sequenza di pupazzi animati della storia del cinema italiano: “La guerra e il sogno di Momi”, una piccola opera dell’operatore Segundo de Chomòn. Nel film, un uomo anziano racconta una storia di guerra al nipotino, che si addormenta e sogna scene di battaglia interpretate da pupazzi.

-- Archivio LUCE, storia dei cartoni animati

Per chi non lo sapesse, Cabiria di Pastrone è uno dei motivi per cui la mia società di traduzioni si chiama Qabiria. Che caso. 🙂

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