Un curriculum vitae migliore

Un curriculum vitae migliore

La lozione miracolosa del dottor Cevoli

business formazione traduzione

Presentazione del servizio di consulenza per traduttori mirato al restyling del CV.

Nell’ambito della mia attività professionale oltre a dedicarmi alla gestione della società di cui sono contitolare, spesso mi occupo anche di formazione e consulenza.

Di formazione ne parlo nella sezione apposita e – magari – dedicherò un post di approfondimento a quest’argomento in futuro.

Per quanto riguarda la consulenza, invece, quello che offro è molto lontano dai servizi di alto livello tipici delle società di consulenza aziendale propriamente dette. Io mi rivolgo infatti a colleghi traduttori o a piccole aziende di traduzione che hanno la necessità di risolvere problemi molto concreti, quali la gestione di un progetto complesso di traduzione, la selezione di personale specializzato, o – specialmente per i freelance – la definizione del proprio brand e la creazione dei relativi materiali di marketing, primo fra tutti il curriculum vitae.

Negli ultimi anni ho offerto questo servizio di rielaborazione del curriculum a diversi colleghi, anche in seguito a un paio di corsi svolti sull’argomento per STL Formazione, che sono stati piuttosto apprezzati.

Questi incarichi, apparentemente semplici, in realtà nascondono un lavoro abbastanza complesso.

Il curriculum vitae infatti, così come il sito web, una brochure o un video promozionale, non è altro che il punto di arrivo di una riflessione profonda sul modo di porsi sul mercato e di definire la propria unicità come professionista.

Di frequente chi richiede il mio intervento non è del tutto consapevole dell’impegno che dovrà profondere per analizzarsi e per trovare ed esprimere i propri punti di forza e di differenziazione.

Come ho scritto nel mio libro Il traduttore insostituibile:

Una volta definito l’obiettivo professionale, è opportuno approfondire l’analisi e la riflessione su sé stessi. È probabilmente il passaggio più difficile, per diversi motivi. Innanzitutto, nella frenesia del lavoro quotidiano non si riesce quasi mai a dedicare spazio alla riflessione. È arduo fermarsi e mettere in discussione quello che si sta facendo, presi come si è dalla routine. In secondo luogo, si è sempre più incentrati sui risultati a breve termine, anziché su quello che motiva a lungo termine. Si osserva l’albero, ma sfugge il bosco. Per questi motivi, ma anche per una scarsa propensione di carattere culturale all’autoanalisi (pratica per lo più assente nelle scuole, per esempio), ci si ritrova ad avere forti difficoltà quando si affrontano tali esercizi d’introspezione.

Consapevole di questo limite, a volte il mio contributo si limita soltanto a un restyling a livello grafico, mentre più spesso l’intervento sulla formattazione va unito a una riscrittura dei testi.

Poiché ho partecipato a numerosi processi di selezione di traduttori e di personale interno per agenzie di traduzione, posso dire di sapere quali sono gli aspetti più apprezzati da chi seleziona tali profili.

Il curriculum vitae è un documento strumentale a uno scopo ben preciso: ottenere un’intervista. Come tale, non dovrebbe essere ridondante o inutilmente arzigogolato. Chi valuta un curriculum vitae, e questo discorso vale per tutti i settori, non solo per l’industria della traduzione, decide in pochi secondi se cestinare il CV o proseguire la lettura.

Ciò che un selezionatore odia di più è perdere tempo, ad esempio se deve:

  • leggere informazioni inutili;
  • scorrere lunghi elenchi che si potevano riassumere in una frase;
  • faticare per trovare informazioni fondamentali, come i dati di contatto.

Quindi per avere un curriculum competitivo, un candidato dovrebbe:

  • inserire solo i dati rilevanti per la posizione per cui ci si candida;
  • sintetizzare le informazioni e presentarle in modo ordinato e corretto;
  • evidenziare i dati imprescindibili.

A quest’argomento, che com’è evidente mi sta abbastanza a cuore, ho dedicato parecchie pagine del testo già citato, Il traduttore insostituibile e anche un altro articolo a cui rimando per approfondire l’argomento: «43 punti che ogni traduttore dovrebbe controllare prima di mandare il curriculum».

In questa sede m’interessa invece porre l’attenzione sul risultato finale del servizio di restyling che offro, presentando alcuni esempi di «prima» e «dopo», come negli annunci delle diete dimagranti miracolose o degli elisir contro la calvizie.

Il primo è quello della collega Francesca Soldani, traduttrice tecnica ed editoriale specializzata in arredamento e design. Dopo una sessione su Skype in cui mi ha spiegato gli obiettivi, attraverso uno scambio di mail abbiamo affrontato un percorso di analisi, al termine del quale le ho consegnato un nuovo CV, semplificando la precedente versione, troppo lunga e poco incisiva.

CV di Francesca Soldani

CV di Francesca Soldani

Un altro servizio l’ho prestato alla collega Silvia Maragliano, traduttrice di marketing e sottotitolista. In questo caso mi sono limitato a fornire qualche indicazione utile. L’impaginazione del CV, completamente in LaTeX, è stata realizzata da Silvia stessa.

CV di Silvia Maragliano

Riporto infine altri due esempi, anonimi su richiesta delle interessate.

Il primo è un tipico caso in cui il professionista si era dilungato in modo non necessario, con un’impaginazione poco curata.

CV troppo lungo

CV corretto

Nel secondo esempio il colore acceso della nuova versione è stato scelto deliberatamente: la specializzazione del professionista in questione era legata all’ambito creativo e all’editoria musicale, quindi serviva qualcosa in grado di spiccare che fosse in sintonia con il settore.

CV musica prima

CV musica dopo

Con questi esempi spero di aver chiarito l’ambito del mio intervento.

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