Il «poliziottesco» degli anni settanta.
Se non hai voglia di leggere tutto l'articolo, da oggi puoi anche ascoltarlo (no, non l’ho registrato io, lo faccio fare al computer...)
Chi ignora la storia del cinema potrebbe far fatica a credere che negli anni settanta l’industria cinematografica italiana era fiorente e riusciva ad esportare un numero di titoli al cui confronto le attuali cifre della distribuzione all’estero sono bruscolini.
Nell’epoca dorata che va all’incirca dal 1960 al 1980, oltre che sul genio dei grandi registi (Fellini, Visconti, Antonioni, Bertolucci, etc.) il cinema italiano costruiva il suo successo internazionale su quattro generi, molto diversi fra loro, ma accomunati da alcune caratteristiche, come vedremo:
I peplum o «sandaloni», i film in costume ambientati ai tempi antichi, che fanno rivivere i fasti di Cabiria di Pastrone, facendo sognare gli spettatori con sceneggiature sapienti, le quali rielaborano con leggerezza i miti classici garantendo il giusto mix di azione e tensione, spesso con una certa dose di ironia.
Il secondo genere è quello dei notissimi spaghetti western: in un decennio vennero realizzati circa 800 film. Un’ipertrofia produttiva che finì per esaurire il filone.
Il terzo pilastro su cui si basa l’eccellenza del film di genere italiano è l’horror. Da La maschera del demonio (1960) di Mario Bava in poi, praticamente fino ai grandi successi di Dario Argento, pur con mezzi produttivi tutto sommato limitati, alcuni registi riescono a dar vita a una serie di opere ancor oggi studiate, invidiate e fonte d’ispirazione per tantissimi autori e registi d’oltreoceano, tanto singolari da meritarsi una categoria a sé, quella del giallo all’italiana o spaghetti thriller.
Infine, la quarta categoria, quella che m’interessa qui, è costituita dai film polizieschi. I primi titoli sono pesantemente influenzati dai successi americani (la saga de Il Padrino, la serie di Dirty Harry, Bullitt, etc.), secondo uno schema di sfruttamento tipico dell’industria (ispirazioni che rasentano il plagio), ma rapidamente nelle storie italiane si mischiano i richiami alla quotidianità, la lotta contro il crimine organizzato, gli intrecci fra mafia e politica, gli attentati terroristici.
In questi anni l’industria cinematografica italiana produce circa 250 film polizieschi, che con l’inserimento di stilemi tipici, danno vita a un genere proprio, quello degli eurocrime o poliziotteschi.
Fra le caratteristiche estetiche peculiari di questo genere troviamo:
Senza nessuna pretesa di completezza e lungi da me la tentazione di abbozzare qualunque tipo di analisi critica, in questa sede volevo soltanto segnalare un bellissimo documentario intitolato appunto Eurocrime, diretto da Mike Malloy.
Scovai per caso questo documentario un paio d’anni fa, girovagando online, su una piattaforma di streaming poco nota chiamata Tubi, che purtroppo al momento non è disponibile a causa dell’introduzione del famigerato GDPR.
Il documentario è un vero atto d’amore nei confronti del genere poliziesco. Presenta interviste a quasi tutti gli attori più noti del periodo, fra cui Franco Nero, John Saxon, Henry Silva, Luc Merenda, rivelando anche alcuni gustosi retroscena. Imperdibile per gli amanti del genere, ma anche per capire meglio come funziona il cinema, quello vero, non le superproduzioni hollywoodiane.
Come gli spaghetti western prima di loro, anche i poliziotteschi degenerano presto.
I modelli narrativi diventano ripetitivi, l’intreccio è spesso soltanto un pretesto per mettere in scena inseguimenti mozzafiato, sparatorie sanguinarie e violenza gratuita. Per economia di mezzi, gli stessi inseguimenti addirittura vengono riutilizzati in film diversi.
I titoli sono indicativi di quello che ci si può aspettare prima di entrare in sala: Napoli violenta, Roma violenta, Milano violenta, Roma a mano armata, Napoli si ribella, Napoli spara, Paura in città, La polizia sta a guardare, La polizia incrimina, la legge assolve, La polizia le mani legate, La polizia brancola nel buio e via dicendo.
Quello che scrive Gian Piero Brunetta in Cent’anni di cinema italiano a proposito delle ragioni del successo dei peplum, si può applicare in certa misura anche agli altri generi:
«Ultime e certo non minori ragioni di successo le qualità spettacolari, le invenzioni scenografiche, la genialità dei trucchi, l’accuratezza della creatività dei costumi di scena, il ritmo delle battaglie, la cura con cui è reinventata una metrica del montaggio e il senso dell’ironia che accompagna le performances iperboliche dei protagonisti.»
A ben guardare c’è veramente da chiedersi perché l’industria cinematografica italiana non sia più riuscita a esprimere la stessa creatività, coltivando le caratteristiche che le diedero un successo internazionale e le permisero di raggiungere un pubblico molto più ampio di quello dei film autoriali.
Quello che voglio dire è: che fine hanno fatto i maestri d’armi e i costumisti che tutto il mondo ci invidiava? O i cascatori esperti, fondamentali per le scene di lotta? O gli artigiani che creavano effetti speciali dal nulla o quasi?
Perché la produzione di film fantastici, horror, di fantascienza, polizieschi è cessata completamente o quasi negli ultimi trent’anni?
Chi volesse approfondire la conoscenza dei poliziotteschi può partire da questo elenco, che ho tratto da una lista su IMDB. Contiene anche alcuni film non propriamente di genere, ma comunque rappresentativi del periodo. Sono ordinati in base al voto medio ricevuto dagli utenti di IMDB.
Titolo | Anno | Regista | Voto su IMDB |
---|---|---|---|
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto | 1970 | Elio Petri | 8.1 |
Le mani sulla città | 1963 | Francesco Rosi | 7.7 |
Milano calibro 9 | 1972 | Fernando Di Leo | 7.6 |
Cani arrabbiati | 1974 | Mario Bava | 7.5 |
Cadaveri eccellenti | 1976 | Francesco Rosi | 7.4 |
Milano odia: la polizia non può sparare | 1974 | Umberto Lenzi | 7.3 |
Il grande racket | 1976 | Enzo G. Castellari | 7.2 |
La mala ordina | 1972 | Fernando Di Leo | 7.2 |
Confessione di un commissario di polizia al procuratore della repubblica | 1971 | Damiano Damiani | 7.2 |
L’istruttoria è chiusa: dimentichi | 1971 | Damiano Damiani | 7.2 |
Il giorno della civetta | 1968 | Damiano Damiani | 7.1 |
La polizia incrimina la legge assolve | 1973 | Enzo G. Castellari | 7.1 |
La polizia ringrazia | 1972 | Steno | 7.1 |
Banditi a Milano | 1968 | Carlo Lizzani | 7.1 |
La polizia è al servizio del cittadino? | 1973 | Romolo Guerrieri | 7.1 |
Revolver | 1973 | Sergio Sollima | 7.1 |
Il cittadino si ribella | 1974 | Enzo G. Castellari | 7.0 |
Milano: il clan dei Calabresi | 1974 | Giorgio Stegani | 7.0 |
Napoli violenta | 1976 | Umberto Lenzi | 7.0 |
La polizia chiede aiuto | 1974 | Massimo Dallamano | 7.0 |
Roma, l’altra faccia della violenza | 1976 | Marino Girolami | 7.0 |
Il boss | 1973 | Fernando Di Leo | 7.0 |
Roma a mano armata | 1976 | Umberto Lenzi | 6.9 |
Autostop rosso sangue | 1977 | Pasquale Festa Campanile | 6.9 |
Il prefetto di ferro | 1977 | Pasquale Squitieri | 6.9 |
Il cinico, l’infame, il violento | 1977 | Umberto Lenzi | 6.8 |
La polizia ha le mani legate | 1975 | Luciano Ercoli | 6.8 |
La polizia sta a guardare | 1973 | Roberto Infascelli | 6.8 |
Tony Arzenta (Big Guns) | 1973 | Duccio Tessari | 6.8 |
Troppo per vivere... poco per morire | 1967 | Michele Lupo | 6.8 |
La banda del gobbo | 1978 | Umberto Lenzi | 6.7 |
Roma violenta | 1975 | Marino Girolami | 6.7 |
Quelli della calibro 38 | 1976 | Massimo Dallamano | 6.7 |
San Babila ore 20: un delitto inutile | 1976 | Carlo Lizzani | 6.7 |
Italia a mano armata | 1976 | Marino Girolami | 6.6 |
Giornata nera per l’ariete | 1971 | Luigi Bazzoni | 6.6 |
L’uomo della strada fa giustizia | 1975 | Umberto Lenzi | 6.6 |
Il poliziotto è marcio | 1974 | Fernando Di Leo | 6.6 |
La città sconvolta: caccia spietata ai rapitori | 1975 | Fernando Di Leo | 6.6 |
Uomini si nasce poliziotti si muore | 1976 | Ruggero Deodato | 6.6 |
Luca il contrabbandiere | 1980 | Lucio Fulci | 6.6 |
Perché si uccide un magistrato | 1975 | Damiano Damiani | 6.6 |
La città gioca d’azzardo | 1975 | Sergio Martino | 6.6 |
Il trucido e lo sbirro | 1976 | Umberto Lenzi | 6.5 |
Napoli spara! | 1977 | Mario Caiano | 6.5 |
Milano rovente | 1973 | Umberto Lenzi | 6.5 |
Milano trema: la polizia vuole giustizia | 1973 | Sergio Martino | 6.5 |
Da Corleone a Brooklyn | 1979 | Umberto Lenzi | 6.5 |
The Squeeze | 1977 | Michael Apted | 6.5 |
Milano violenta | 1976 | Mario Caiano | 6.4 |
Mark il poliziotto | 1975 | Stelvio Massi | 6.4 |
Un poliziotto scomodo | 1978 | Stelvio Massi | 6.4 |
La polizia accusa: il servizio segreto uccide | 1975 | Sergio Martino | 6.4 |
Una Magnum Special per Tony Saitta | 1976 | Alberto De Martino | 6.4 |
Poliziotti violenti | 1976 | Michele Massimo Tarantini | 6.4 |
Città violenta | 1970 | Sergio Sollima | 6.4 |
Diamanti sporchi di sangue | 1977 | Fernando Di Leo | 6.4 |
Liberi armati pericolosi | 1976 | Romolo Guerrieri | 6.4 |
Il giustiziere sfida la città | 1975 | Umberto Lenzi | 6.4 |
Quelli che contano | 1974 | Andrea Bianchi | 6.4 |
Gente di rispetto | 1975 | Luigi Zampa | 6.4 |
Sequestro di persona | 1968 | Gianfranco Mingozzi | 6.4 |
...a tutte le auto della polizia... | 1975 | Mario Caiano | 6.4 |
Un detective | 1969 | Romolo Guerrieri | 6.4 |
Mark il poliziotto spara per primo | 1975 | Stelvio Massi | 6.3 |
La polizia è sconfitta | 1977 | Domenico Paolella | 6.3 |
Svegliati e uccidi | 1966 | Carlo Lizzani | 6.2 |
La legge violenta della squadra anticrimine | 1976 | Stelvio Massi | 6.2 |
Come cani arrabbiati | 1976 | Mario Imperoli | 6.2 |
Squadra volante | 1974 | Stelvio Massi | 6.2 |
Squadra antiscippo | 1976 | Bruno Corbucci | 6.2 |
Il commissario di ferro | 1978 | Stelvio Massi | 6.2 |
Concerto per pistola solista | 1970 | Michele Lupo | 6.2 |
La banda del trucido | 1977 | Stelvio Massi | 6.1 |
Mark colpisce ancora | 1976 | Stelvio Massi | 6.1 |
Napoli si ribella | 1977 | Michele Massimo Tarantini | 6.1 |
Il consigliori | 1973 | Alberto De Martino | 6.1 |
La belva col mitra | 1977 | Sergio Grieco | 6.1 |
Milano... difendersi o morire | 1978 | Gianni Martucci | 6.1 |
Un uomo da rispettare | 1972 | Michele Lupo | 6.1 |
Gli assassini sono nostri ospiti | 1974 | Vincenzo Rigo | 6.1 |
Afyon oppio | 1972 | Ferdinando Baldi | 6.0 |
Torino nera | 1972 | Carlo Lizzani | 6.0 |
I padroni della città | 1976 | Fernando Di Leo | 6.0 |
Paura in città | 1976 | Giuseppe Rosati | 6.0 |
Poliziotto solitudine e rabbia | 1980 | Stelvio Massi | 6.0 |
Terza ipotesi su un caso di perfetta strategia criminale | 1972 | Giuseppe Vari | 6.0 |
Napoli serenata calibro 9 | 1978 | Alfonso Brescia | 5.9 |
La malavita attacca. La polizia risponde. | 1977 | Mario Caiano | 5.9 |
La via della droga | 1989 | Michele Massimo Tarantini | 5.9 |
Genova a mano armata | 1976 | Mario Lanfranchi | 5.9 |
La polizia interviene: ordine di uccidere! | 1975 | Giuseppe Rosati | 5.9 |
Corleone | 1978 | Pasquale Squitieri | 5.9 |
Napoli... la camorra sfida, la città risponde | 1979 | Alfonso Brescia | 5.7 |
I violenti di Roma bene | 1976 | Sergio Grieco, Massimo Felisatti | 5.7 |
Poliziotto senza paura | 1978 | Stelvio Massi | 5.6 |
Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea | 1972 | Riccardo Freda | 5.5 |
Onore e guapparia | 1977 | Tiziano Longo | 5.4 |
Sangue di sbirro | 1976 | Alfonso Brescia | 5.4 |
La polizia brancola nel buio | 1975 | Helia Colombo | 5.4 |
I ragazzi della Roma violenta | 1976 | Renato Savino | 5.3 |
L’uomo dagli occhi di ghiaccio | 1971 | Alberto De Martino | 5.3 |
Napoli, Palermo, New York - Il triangolo della camorra | 1981 | Alfonso Brescia | 5.3 |
Ritornano quelli della calibro 38 | 1977 | Giuseppe Vari | 5.3 |
Torino violenta | 1977 | Carlo Ausino | 5.2 |
Roma drogata: la polizia non può intervenire | 1975 | Lucio Marcaccini | 5.0 |
Fatevi vivi, la polizia non interverrà | 1974 | Giovanni Fago | 5.0 |
La polizia ordina: sparate a vista | 1976 | Giulio Giuseppe Negri, Yilmaz Atadeniz | 5.0 |
Con la rabbia agli occhi | 1976 | Antonio Margheriti | 5.0 |
Tony, l’altra faccia della Torino violenta | 1980 | Carlo Ausino | 4.9 |
I familiari delle vittime non saranno avvertiti | 1972 | Alberto De Martino | 4.7 |
Dagli archivi della polizia criminale | 1973 | Paolo Lombardo | 4.6 |
Guapparia | 1983 | Stelvio Massi | 4.3 |
Provincia violenta | 1978 | Mario Bianchi | 3.9 |
Torino centrale del vizio | 1979 | Bruno Vani, Renato Polselli | 3.6 |
Chi volesse introdursi nel genere può limitarsi alla seguente top ten di titoli, compilata con l’aiuto di un amico (i qualificativi sono quasi tutti suoi):
A parte, una menzione speciale per La polizia sta a guardare e La polizia chiede aiuto, entrambi girati a Brescia nei primi anni settanta.
Colgo l’occasione per ricordare a tutti che proseguono i 15 minuti di consulenza gratuita del mio progetto delle 100 persone. Vi invito caldamente a partecipare. Devo arrivare a 100!!!